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Il moto
uniformemente accelerato � quello che potrebbe descrivere l'avventura di una
"realistica" anche se fantascientifica astronave ad antimateria, dotata di
motori capaci di accelerarla in modo uniforme per lunghi periodi di tempo. |
Per dare un tocco di concretezza si potrebbe pensare ad una astronave che conservi in formidabili "bottiglie magnetiche", grosse masse di antimateria come combustibile e corrispondenti masse di materia come "comburente"; il comburente, per ridurre la massa dell'astronave, potrebbe anche essere "aspirato" dallo spazio stesso in cui l'astronave si muove.
Dalla reazione materia-antimateria l'astronave potrebbe trarre l'energia per imprimersi una accelerazione costante per lunghi periodi di tempo.
Quanto � scritto nel seguito � assolutamente rigoroso (spero... ;-) ) e pu� servire a chiarire alcuni misteri della Teoria della Relativit� ristretta (formulata come tutti sanno, nel 1905 da Albert Einstein).
In sostanza quanto segue rid� un filo di speranza agli uomini condannati, a causa della velocit� limite della luce, a non poter raggiungere le stelle appena un po' distanti dal Sole o a varcare i confini della nostra galassia, la Via Lattea. Poich� quasi tutte le stelle visibili ad occhio nudo stanno a pi� di 100 anni luce da noi (e spesso MOLTO MOLTO di pi�) e poich� non � mai possibile superare la velocit� della luce (300000000 m/s) praticamente l'intero universo sembrerebbe irraggiungibile perch� ogni viaggio durerebbe enormemente pi� dell'intera vita dell'astronauta.
Fortunatamente NON � vero perch� la Teoria della Relativit� mostra anche che avvicinandosi alla velocit� della luce la vita dell'astronauta si allunga; egli non se ne accorge ma tutto, in lui, osservato dai compagni sulla Terra, rallenta e quindi l'astronauta...non invecchia e quindi riuscir� a raggiungere le Nubi di Magellano, una galassia distante milioni di anni luce, ancora relativamente giovane mentre, sulla Terra, il genere umano, per qualche guerra nucleare o qualche errore genetico si sar� da millenni estinto.
Per capire come questo NON SIA FANTASCIENZA bisogna capire quanto segue...
Dato che il moto � supposto unidimensionale, detta c la velocit� della luce, la metrica pseudoeuclidea sar�:(ds)2 = (c*dt)2 - (dx)2
dove ds rappresenta l'intervallo infinitesimo invariante rispetto ad una qualsiasi trasformazione di Lorentz.
Se definiamo la quadrivelocit� come:|u> = ( (c*dt)/(ds) , (dx)/(ds) ) = (ut , ux)
dove, un po' arditamente, si usa una notazione alla Dirac per un vettore controvariante (ossia |u> ) e quindi il corrispondente vettore covariante lo si indica con <u| = ( (c*dt)/(ds) , - (dx)/(ds) ) Si noti che <u|u> = 1 cio� il vettore tetra_velocit� ha norma pseudoeuclidea unitaria. Se chiamiamo ut ed ux le componenti di |u> allora la tetra_accelerazione, indicata con il vettore |w> vale:
|w> = ( d/ds (ut) , d/ds (ux) ) = (wt , wx)
e deve valere la relazione (che deriva dall'essere <u|u> = 1 )
<w|u> = 0
cio�, nel moto unidimensionale:
c*wt= v*wx
essendo v = (c*ux)/ut la velocit� convenzionale ossia la derivata della posizione rispetto al tempo.
La tetra_velocit� deve dunque essere sempre ortogonale alla tetra_accelerazione.Se ipotizziamo che l'accelerazione sia una costante nel sistema di riferimento solidale con gli astronauti e che velocit� e posizione iniziali della astronave siano entrambi nulle allora poniamo che, nel sistema di riferimento dell'astronave, sia:
|w> = ( 0, a/c2 )
e nello stesso sistema sia:
|u> = ( 1, 0 )
e pertanto |u> e |w> siano tra loro ortogonali come deve essere.
La quantit� <w|w> � un invariante e pertanto sempre, anche nel sistema dell'osservatore terrestre, deve essere:<w|w> = -a2/c4
ovvero, introducendo le componenti della tetra_accelerazione:
wt2 - wx2 = -a2/c4
Ma wt pu� essere espresso in funzione di wx tramite la relazione di ortogonalit� <w|u> = 0 ossia:
(v/c)2*wx2 - wx2 = -a2/c4
ovvero, estraendo la radice quadrata:
(1 - v2/c2)� * wx =a/c2
ed essendo wx = (dt/ds)*(d(ux)/dt) = (1/(c*(1-v2/c2)� ))*(d(ux)/dt) si semplificano le radici quadrate e si ottiene:
d(ux)/dt = a/c
per cui integrando:
ux= t*a/c
dove t � il tempo dell'osservatore sulla Terra e vale 0 al momento del decollo dell'astronave.
Ma ux = v/(c*(1 - v2/c2)� ) e quindi, risolvendo la seguente equazione:
v/( 1 - v2/c2)� = a*t
rispetto all'incognita v, si trova:
v = a*t/( 1 + (a*t/c)2)�
Essendo v la velocit� classica (d/dt)X = v basta integrare rispetto a t per trovare lo spazio percorso nell'ipotesi che per t = 0 anche X = 0.
Si ha:X = (c2/a) * (( 1 + (a*t/c)2)� - 1).
Il tempo proprio degli astronauti � l'integrale tra 0 e t del tempo proprio infinitesimo ossia l'arco invarante di traiettoria fratto c ossia:
t t
/ /
| |
| ds/c = | ( 1 - v2/c2)� * dt
/ /
0 0
ossia sostituendo a v la sua espressione:
t
/
|
| 1/( 1 + (a*t/c)2)� * dt = (c/a)*log(a*t/c + ( 1 + (a*t/c)2)�)
/
0
Per t molto grandi il tempo proprio aumenta in modo proporzionale al logaritmo di t.
Qualche considerazione numerica chiarisce il fenomeno.Se c= 3.0E+8 m/s e si pone a = 10 m/s2 allora c/a rappresenta un tempo di 3.0E+7 secondi ossia circa un anno.
Dopo un anno di accelerazione continua costante la velocit� � diventata circa c/2� ossia 212000 km/s e si va avanti cos� secondo quanto � calcolabile con la formula su esposta.
Uscire dalla galassia si pu�: basta avere enormi quantit� di antimateria e motori fotonici giganteschi.
L'antimateria a contatto con la materia si trasforma completamente in energia e quindi l'astronave dovr� possedere perfettissime bottiglie magnetiche in cui tenere intrappolata l' antimateria fino al momento di mandarla nei motori.
Questo, attualmente � enormemente al di l� delle possibilit� umane ma cosa avrebbe detto un uomo pur coraggioso e sognatore come Cristoforo Colombo a chi gli avesse predetto che gente del continente che lui non si sarebbe accorto di scoprire sarebbe stata capace, 500 anni dopo, di passeggare e di girare in auto sulla Luna?Onoriamo dunque anche i pazzi che studiano queste inutili cose...
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