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La concezione scientifica del XVII secolo, con Cartesio, Galileo, Newton, ..., sostituendo una visione della natura come organismo unico (di derivazione aristotelica) con quella di una natura/macchina, pone in atto una tendenza (avviatasi con l'invenzione della stampa) a sottrarre alla natura le qualit� spirituali e immateriali per inserirla all'interno di valori e punti di vista laici (vedi F. Capra, "La rete della vita", 1997, pag. 30). Tali valori e metodi, tipicamente deterministici e meccanici, portano avanti un'idea di diffusione del sapere che ha nel '700 con l'Enciclopedia una sua chiara esemplificazione. Si pone dunque una "strana" distinzione per cui i valori democratici dei metodi moderni di classificazione e distribuzione del sapere sembrano essere in alternativa a un'idea dinamica del mondo ovvero un'idea di enti in stretta relazione e le cui qualit� non possono essere valutate separatamente. Oggi assistiamo a un momento di sintesi dialettica tra il riduzionismo materialista e la visione sistemica nel tentativo di trarre i punti di vista pi� interessanti e utili da entrambe le parti. Il perfezionamento del microscopio nel XIX secolo conduce verso una visione meccanica della biologia (F. Capra, op. cit., pag. 34). Le nanotecnologie potrebbero rischiare di creare una nuova tendenza in tale direzione, ma l'attuale unione del mondo organico con quello meccanico potrebbe sottintendere a un equilibrio tra i differenti paradigmi. La scienza distingue le parti (meccanico/organico) al suo interno facendo di volta in volta prevalere la fisica sulla biologia e viceversa. Ma la questione va posta tra due parti diverse: la "scienza" e la "vita". Il campo del 'non detto' � di pari valore e merito di quello del 'dicibile'. E' giusto formulare ipotesi o promuovere ricerche. E' giusto finanziarle. Ma allo stesso modo � giusto finanziare (in modo equivalente!) e promuovere le pratiche quotidiane 'apparentemente' anonime e non formulatrici di senso. La microbiologia, embriologia e teoria cellulare del XIX secolo formulano (in particolare nel libro di J. Loeb "La concezione meccanica della vita") un'idea di spiegazione meccanica della vita (F. Capra, op. cit., pag. 35). sebbene il padre della medicina moderna, Claude Bernard, fornisca una visione dell'organismo come sistema in equilibrio permanente rispetto alle variazioni dell'ambiente precorrendo dunque il concetto di omeostasi di W. Cannon negli anni 20 del nostro secolo (F. Capra, op. cit., pag. 34). I romantici, in particolare Goethe, vedono la natura come un tutto e si interessano agli aspetti morfologici. Anche Kant descrive il carattere di relazione tra le parti e per primo introduce il concetto di 'autorganizzazione' dell'organismo in relazione al contesto (F. Capra, op. cit., pag. 32) Siamo nel periodo a cavallo tra XVIII e XIX secolo quando nascono le prime forme di servomeccanismi (termostato) ma anche i primi telai a schede perforate. Secondo Kevin Kelly ("Out of Control", 1994) il servomeccanismo � il precursore delle moderne forme di macchine autorganizzate (computer,...). Secondo i biologi 'organicisti' del XX secolo "il tutto � maggiore della somma delle sue parti" poich�, oltre alla fisica e alla chimica, va aggiunto il concetto di 'organizzazione' e di 'rapporti organizzati' (a differenza dei vitalisti che aggiungono invece una non ben chiara entit�, forza o campo immateriale) (F. Capra, op. cit., pag. 36). In questa direzione si sviluppa un interesse verso gli aspetti morfologici di creazione, organizzazione e evoluzione delle forme. In tal senso, l'opera d'arte, se deve rappresentare la vita, non pu� essere isolata in un oggetto o evento unico. L'opera d'arte va invece intesa come il sistema di auto-organizzazione spontanea di pi� enti e delle loro relazioni nel tempo.
La chiave di svolta dal paradigma della meccanica classica a quello della dinamica non lineare si ha con la Teoria della Relativit� e in seguito con la meccanica quantistica nel modo in cui questa metta in discussione la logica classica tramite la possibilit� di sovrapposizione 'simultanea' di stati diversi per lo stesso ente. La meccanica quantistica prevede approcci non di tipo 'analitico' ma di tipo 'sintetico'. Paradossalmente tutto ci� pu� essere rappresentato in una metafora usata da Schrodinger nel suo libro 'Cos'� la vita' in cui gli ingranaggi di un orologio sono paragonati ai cromosomi e l'orologio stesso a un organismo. E' evidente che esiste in atto una dialettica tra meccanico e organico.
C. Langton, nell'introduzione al convegno "Vita Artificiale" del 1987, illustra procedimenti scientifici che senza l'ausilio di materiali organici e dunque attraverso simulazioni computazionali, dimostrano come sia possibile spiegare "in che modo comportamenti di tipo biologico emergano dalle interazioni di basso livello entro una popolazione di primitivi logici" ("Sistemi intelligenti", anno IV, n. 2, agosto 1992, pag. 200). Mi preme sottolineare come ci� non implichi l'emergere di una forma di consapevolezza. Allo stato delle attuali ricerche ci� sarebbe una pretesa eccessiva. R. Penrose in "Ombre della mente" (1996) assume che la consapevolezza sia il risultato di uno stato coerente quantico della materia organica e che, dunque, il paradigma scientifico della matematica, della logica, etc., debba confrontarsi con la materia organica, la struttura delle cellule, dei microtuboli e con le dinamiche complesse degli organismi. Secondo Penrose la coscienza � un fenomeno 'non computazionale' ma pu� essere spiegato all'interno di una nuova biologia e della fisica quantistica. Quest'ultima, per le sue conseguenze, accetta come possibile al suo interno l'esistenza della contraddizione (sovrapposizione quantistica).
Il sapere coevolutivo � un sapere 'quantico' che nella sua indeterminazione prevede delle sovrapposizioni non previste dalla logica classica. In tale direzione sembrano essere auspicabili dei modelli computazionali che simulano i processi matematici della biologia. Processi di auto-apprendimento bottom-up, reti neurali, algoritmi genetici, automi cellulari, sono modelli computazionali che convergono verso tale direzione. Per quanto sistemi deterministici, tali modelli computazionali hanno bisogno di un supporto organico, biologico. Un supporto che non sia solo l'hardware del sistema, ma che sia parte del processo che viene integrato e contaminanato dalle sue potenzialit� indeterministiche e principalmente coevolutive. Il 'lifeware' � un sistema che si avvale di ogni nuova scoperta della fisica (i dimeri di tubulina e le loro potenzialit� quantiche all'interno del citoscheletro dei neuroni, i biocomputer, le nanobiologie e le nanotecnologie) integrandole con i processi di tipo computazionale descritti sopra. Non solo, lifeware non � semplicemente un nuovo modello di macchina, lifeware � un'idea di sapere come 'sistema coevolutivo'; una rete rizomatica in cui la comunicazione implica la coevoluzione di ogni parte.
Quelli che per Aristotele sono "piccoli accidenti non sostanziali", ovvero le differenze strutturali e morfologiche di un oggetto da cui se ne ricava il relativo concetto, potrebbero dare al contrario luogo, in un'idea di mente relazionale a modelli del pensiero totalmente differenti a livello generale. La differenza minima da sola � insignificante, ma se � abbinata a innumerevoli altre differenze minime, con esse diventa fondamentale. Se il pensiero, anzi la verit� sta nel dialogo delle cose, bisogna sempre ipotizzare le conseguenze di ogni singolo evento in relazione a molte altre. Se il sapere non � un'entit� astratta, di tipo linguistico e convenzionale in senso nominalista, ma se � 'in re', nelle cose, allora ogni forma del sapere sar�, a seconda della cosa in cui �, differente da ogni altra. Non solo, non sar� qualcosa di immutabile, ma seguir� l'evoluzione di tale cosa, sar� in divenire e il suo divenire dovr� confrontarsi con un'evoluzione di tipo 'culturale', in stretta relazione con un'evoluzione di tipo biologico, fisico, chimico, ... Nel medioevo la forma della scrittura si 'adeguava' alle logiche linguistiche delle culture orali; la scrittura, per quanto fosse strutturata gerarchicamente in modo molto rigido, era sapere 'interpretato', ovvero mediato tramite continui rimandi di citazioni e commentari ad altri testi oppure da un 'maestro' che lo trasmetteva fornendone la propria interpretazione. Analogamente oggi cultura e biologia sono strettamente connesse. In particolar modo un essere vivente pu� essere considerato, citando Pietro Omodeo (da "Biologia evoluzionistica", 1995), percorso da un "flusso di informazione che rende possibile autocontrollo e controllo nei vari settori dell'attivit� dell'organismo". Scrive ancora Omodeo che "come i processi digestivi debbono essere interpretati sulla base dei principi della dinamica e non della meccanica, e i processi metabolici sulla base della termodinamica e non della sola chimica qualitativa, cos� � divenuto necessario interpretare il divenire degli organismi anche e soprattutto in base ai principi e ai teoremi della teoria dell'informazione". A sua volta tale ambito richiama le ricerche sulla comunicazione di massa e la sociologia, in particolar modo come evolva il concetto di informazione in seguito alle critiche verso la Teoria dell'Informazione di Shannon interpretata come teoria della trasmissione anzich� della comunicazione di un messaggio.
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