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| [La Cooperazione] |
Il termine 'lifeware' � il tentativo di mettere in relazione produttiva le discipline biologiche e umanistiche con quelle meccaniche e scientifiche. E' l'ipotesi di creare una rete tra i vari ambiti disciplinari che dimostri l'impossibilit� di discernere le tecnologie dalla mente umana (nella loro capacit� bidirezionale di influenzarsi reciprocamente, vedi P. Levy, "Le tecnologie dell'intelligenza", 1990), l'impossibilit� di creare all'interno di un'unica disciplina (il calcolo computazionale e dunque tutte le discipline discendenti dirette della matematica: informatica, cibernetica, logica, ...), una teoria in grado di dare consistenza ai propri assiomi (vedi R. Penrose, op. cit.) e dunque la necessit� di affiancare tali ambiti a quelli della nuova fisica e chimica emergente (la meccanica quantistica, le nanotecnologie, vedi Hameroff in "Vita Artificiale", 1989), ai loro nuovi mezzi di osservazione (vedi la tecnica di microscopia STM e ATM in "Bioelettronica e nanotecnologie per la bioingegneria", 1992) con quelli di una nuova biologia (vedi Dawkins,op. cit., e "Biologia evoluzionistica", 1995) e di come questa attinga a piene mani dalle formule matematiche e dai modelli di simulazione che ruotano intorno agli emergenti studi sulla 'vita artificiale' (vedi S. Kauffman in "Le Scienze" quaderni, aprile 1996 e tutta l'attivit� dei laboratori di Santa F� nel New Mexico in M. Waldrop, "Complessit�", 1987). Di come la paleontologia e l'etologia possono essere aree del sapere e della ricerca che possono fornire contributi fondamentali non tanto per 'capire', quanto per far evolvere nuove 'ipotesi' su ci� che siamo, sulle dinamiche sociali e sui concetti infine di etica e di estetica.
Penso sia necessaria la capacit� di far interagire i tratti comuni ad ambiti e discipline differenti quali la biologia, l'arte, la matematica, sociologia, la fisica, la chimica, la psicologia, la paleoantropologia, religione, l'etologia e tante altre materie ancora, rilevando in ognuna di queste discipline le caratteristiche relative agli elementi relazionali, cooperativi ed evolutivi di un determinato ente. La capacit� di affrontare i problemi dell'epigenesi all'interno di strutture complesse sia di tipo organico, che inorganico e persino culturale. Trovare quale siano i tratti caratteristici in grado di unire in un'ottica evolutiva e cooperativa il patrimonio strutturale, culturale e semantico di un determinato ente. Credo che la 'vita artificiale' debba occuparsi anche di questo.
L'idea di cooperazione ha un enorme passato storico, politico e sociologico da cui si sono sviluppate forme attuali complesse. L'analisi dei principi da cui si � sviluppata tale idea non riesce ad avere un'origine fissa, ma deve per forza di cose fluttuare tra momenti e luoghi storici tra loro distanti. Si pu� cercare per� di trovare delle forme comuni ricorrenti anche in tale idea, cos� come nello sviluppo evolutivo di forme di simbiosi mutualista tra specie, oppure nell'evoluzione di modelli di relazioni tra forze fisiche o chimiche. Non si tratta di trovare una 'regola' comune, quanto il trovare corrispondenze che ci permettano e ci aiutino a fare previsioni rispetto a modelli differenti.
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