I sensi sono non solo l'interfaccia con il
mondo (il filtro tra noi e l'esterno) ma ne sono allo stesso tempo il 'legame'. I sensi
stringono relazioni con il mondo che rendono noi e il mondo tra loro interdipendenti. In
particolare con le nuove forme di comunicazione i sensi sono potenziati e in grado di
estendersi, duplicarsi e mutarsi non solo per raccogliere o emettere informazioni, ma per
creare una rete intricata e complessa di legami che rendono noi e il mondo un unico
organismo complesso. Un organismo composto di differenze pi� che di unit�. Allo stesso
modo l'interfaccia non va intesa come un semplice filtro di traduzione tra enti diversi,
ma � la connessione, il legame che li tiene uniti rendendoli l'uno dipendente dall'altro
secondo pesi maggiori o minori in relazione alle molteplici altre connessioni che ciascun
ente mette simultaneamente in atto con numerosi altri enti ognuno dei quali in grado di
influire sul peso degli altri. L'interfaccia (e la comunicazione) non � un semplice
filtro di traduzione e attribuzione di senso e decodifica, ma � contemporaneamente uno
stretto legame di coevoluzione tra gli enti relazionati.
Fare un software che prevede la cooperazione
tra utente e macchina � estremamente difficile a causa delle logiche stesse di
programmazione e costruzione dell'hardware fino ad ora adottate. E' necessaria dunque una
riformulazione di tali linguaggi e di tali modelli progettuali, che renda possibile creare
"interfacce cooperative" in modo semplice e veloce. Le reti neurali sono un
passo in tale direzione. Un passo necessario ma non sufficiente. Ora si tratta di
comprendere che l'interfaccia e i programmi non sono qualcosa di esclusivamente meccanico
e matematico, ma devono includere altre zone e discipline: la psicologia, la sociologia,
l'etologia, la biologia, l'etica, ... ma soprattutto devono essere integrate in un
utilizzo personalizzato e relazionato con le situazioni contingenti cui sono finalizzate.
Come un libro in una biblioteca � una forma di sapere 'separato' dagli individui e dallo
stesso autore, allo stesso modo ogni software e ogni computer non pu� essere progettato
separatamente dall'autore e dall'utente. Non si pu� pensare a software creati in scala
per un'unica tipologia di uso. Ma ogni interfaccia deve essere relativa alla situazione
per cui viene creata e dunque l'interfaccia deve nascere dal dialogo tra programmatore/i e
utente/i e tale rapporto non deve mai venire meno al punto che l'utente possa essere in
grado di essere programmatore esso stesso e dunque di riprogrammare l'interfaccia e
viceversa. L'interfaccia deve essere fluttuante, ovvero in grado di evolvere nel tempo e
in base alle relazioni e al dialogo con gli utenti.